Massimo Monticelli è stato ospite dal 4al 13 agosto 2023 dello Shanghai International Dance Center nell’ambito del Summer Camp, per lavorerare con bambini dagli 8 ai 12 anni e con teenagers. Nella prima parte del periodo è stato ospitato nel centro residenziale Liangzhu ad Hangzhou e in seguito nella loro sede a Shanghai.
Quello con cui vorrei cominciare questo report sulla mia esperienza cinese è rendere chiaro che Crossing the Sea è stato la chiave di volta di un’esperienza che, a conti fatti, è stata decisamente più grande, variegata e arricchente di quanto potessi prevedere inizialmente. Per quanto sia sempre stato nella mia indole, nell’ultimo anno in particolare il bisogno di viaggiare, lanciarmi in esperienze nuove e uscire totalmente dalla mia comfort zone, personalmente e professionalmente, è stato vigoroso e impellente. Per questa ragione, la selezione al progetto e l’invito venuto dallo SIDC sono stati provvidenziali e decisamente ben accolti.
Grazie al contributo di CTS, infatti, il mio viaggio si è suddiviso in tre parti: in primo luogo, alcuni giorni di viaggio vero e proprio che mi hanno permesso di acclimatarmi, entrare nella cultura e toccare con mano quanto la diversità socio-culturale di un paese così lontano geograficamente e politicamente possa accendere in noi un faro che permette di vedere lontano, far germogliare idee, imparare cose, rielaborare il nostro pensiero, i nostri schemi abituali e i nostri paradigmi.
In secondo luogo, all’arrivo a Shanghai, il progetto effettivamente concordato nell’ambito di CTS e su cui mi soffermerò maggiormente più avanti, ovvero una settimana di lezioni suddivisa in tre parti: due giorni di workshop intensivo (5 ore al giorno) con un gruppo misto, tre giorni di lezione serale da due ore, sempre con un gruppo misto e variabile, e infine altri due giorni di workshop intensivo con un gruppo di attori professionisti del – mi hanno detto – prestigiosissimo Shanghai Dramatic Arts Centre.
Infine, a causa della mia presenza a Shanghai già data da CTS e tramite l’aiuto del SIDC, mi è stato rivolto l’invito da parte della compagnia Xie Xin Dance Theatre di lavorare come insegnante e coreografo ospite al rinomato workshop organizzato proprio dalla compagnia, Vanguard Body International Workshop, dove ho potuto incontrare, oltre che la direttrice, la coreografa Xie Xin, altri artisti dalla grande esperienza con i quali ho potuto condividere due settimane di insegnamento e ricerca con novanta allievi provenienti da tutta la Cina.
L’accoglienza che mi è stata offerta dal SIDC al mio arrivo a Shanghai è stata generosa e calorosa, dall’arrivo in albergo alle costanti attenzioni in modo che non mi mancasse nulla, dai pranzi di cucina cinese per conoscere i piatti tipici ai biglietti per il teatro. Ho avuto modo di conoscere tutto il team del SIDC e di scambiare opinioni, impressioni e anche proposte di natura professionale.
Se la proposta originaria verteva su una Summer School per giovani allievi, mi sono reso conto che probabilmente hanno dovuto correre ai ripari per la carenza di iscrizioni, riconvertendo il tutto in un weekend intensivo aperto a tutte e tutti e nelle tre lezioni serali. La mia difficoltà in merito è stata che il gruppo era particolarmente eterogeneo, sia in termini di età (avevo due bambini di 10-13 anni fino a una signora sulla cinquantina) sia in termini di background (alcuni non avevano mai danzato prima, altri avevano una formazione piuttosto solida). Di conseguenza, rispetto alla pianificazione iniziale ho dovuto ri-adattare i contenuti e le modalità di trasmissione per incontrare i limiti e le necessità del gruppo, tentando di renderlo accessibile e stimolante per ciascun componente. Le lezioni si sono svolte interamente in inglese, con l’ausilio costante di una persona assunta appositamente per fare da interprete, il che naturalmente ha provocato un dispendio di tempo piuttosto alto, ma
altrettanto necessario. Alla fine dei due giorni, però, sono riuscito a raggiungere gli obiettivi formativi che mi ero posto nei confronti del gruppo e, dai feedback ricevuti, ho avuto la sensazione che il workshop sia andato a buon fine.
Per quanto riguarda le lezioni serali, della durata di due ore, vale lo stesso discorso per l’eterogeneità del gruppo (che cambiava quotidianamente). In questo caso ho risolto la difficoltà nel mantenere un livello e un ritmo medio generale per le lezioni dando un maggior numero di opzioni che le allieve e gli allievi potessero seguire a seconda del loro livello di preparazione. Ho deciso anche di costruire un percorso che si evolvesse nel corso delle tre lezioni, piuttosto che isolarne ognuna come elemento unico, in modo che fosse più formativo e interessante per coloro che le avessero seguite tutte e tre.
Infine, ho particolarmente apprezzato i due giorni intensivi con il gruppo di attori professionisti dello SDAC, proposta avanzata quando mi trovavo già in Cina e che ho trovato sfidante e stimolante, in quanto era la prima volta che lavoravo per un periodo più intenso solo con attori.
Trattandosi di professionisti nel campo del teatro di parola, ho ritenuto che due giorni di workshop di danza dal formato tradizionale non fosse così pertinente rispetto al loro percorso – ragione principale di sfida per me. Pertanto, ho ritenuto opportuno offrire, oltre a principi di riscaldamento, elementi di analisi del movimento provenienti dagli studi coreologici e principi di ricerca sul paesaggio attraverso il corpo, certamente di gran lunga più utili ma altrettanto sfidanti per il gruppo di 15 attori e attrici.
Sono molto felice dei due giorni trascorsi con loro, io stesso mi sono ritrovato a trasmettere e insegnare in modo nuovo e penso di essere riuscito a consegnare alcuni strumenti che potranno essere loro utili nel corso della loro pratica quotidiana.
Le due settimane successive, il workshop in Vanguard Body, per quanto fosse esterno al protocollo di CTS sarebbe tuttavia stato impossibile senza di esso, in quanto la mia presenza a Shanghai e il contatto con il SIDC hanno giocato un ruolo fondamentale e sono stati le ragioni principali per cui Xie Xin ha deciso di includermi nel programma.
Si è trattato di due settimane estremamente arricchenti sotto ogni punto di vista, molto diverse da quella che avevo appena vissuto e che hanno saputo stimolarmi e sfidarmi come insegnante e come artista, circondato peraltro da altri artisti internazionali di enorme esperienza e capacità.
In ultima analisi, CTS mi ha regalato un’esperienza indimenticabile ed estremamente preziosa che mi ha permesso, oltre che stringere numerosissimi contatti e incontrare una nuova cultura, di mettermi alla prova come artista, di arricchire il mio bagaglio e di cogliere una nuova e importante opportunità di riunire alcune pratiche sperimentate nel corso del mio cammino, di approfondirle nuovamente e di trasmetterle ad altri, rendendole di conseguenza accessibili diversamente anche a me stesso.
Sono estremamente grato a CTS, credo fermamente che esperienze di questo genere siano fondamentali nella costruzione non solo professionale di un artista, ma anche personale come esseri umani. Le conoscenze, le immagini, i suoni, i colori, gli ostacoli e le sfide vissute nel corso del mio mese in Cina fanno già parte del bagaglio di ispirazione che metto in pratica quotidianamente nei processi creativi, così come sono fiducioso che i contatti intrapresi saranno utili nel favorire nuove connessioni e opportunità lavorative nel prossimo futuro.